giovedì 9 luglio 2020

Molto acuta, incredibilmente cretina



Ho appena terminato di leggere un libro banale e con orrore mi sono resa conto che avrei potuto tranquillamente scriverlo io.
Quel po' di onestà intellettuale che è sopravvissuta agli ultimi tre anni della mia vita non ha fatto che ripetermelo dalla prima all'ultima pagina: "È banale, ma tu non avresti scritto di meglio".
Com'è possibile essere in grado di scorgere tra le righe altrui la banalità e poi non saperla disinnescare nelle proprie?

Comunque un saluto a te che stai leggendo. Era da un po' che non tornavo a scrivere qua dentro. Mi dirai:

Che hai fatto in questi tre anni?

A parte imbarcarmi in una relazione tossica, cambiare casa, città e lavoro per salvarmi letteralmente la vita, ho fatto anche la ghostwriter.
Scrivere per gli altri calandomi nei loro stili e nelle loro storie è facile. Quando scrivo per gli altri non sono banale.
Ma scommetto che se dovessi mettermi a raccontare cos'ho vissuto, da quando ho dismesso questo blog ad oggi, lo diventerei all'ennesima potenza.
Chi mi conosce e sa cosa è capitato continua a dirmi che dovrei scriverci un libro e Dio solo sa quanto vorrei essere capace di farlo, ma probabilmente dovrei rivolgermi a una ghostwriter per riuscirci. Ora capisci il senso del titolo che ho voluto per questo post?
Non si può essere più cretini di così.
La storia c'è, massiccia, prorompente e succosa che se ce l'avesse per le mani una Ferrante ci farebbe su un'altra tetralogia da urlo. Se invece capitasse tra le mani della Murgia riuscirebbe a condensarla in 190 pagine di pura e indomita perfezione che ti ruberebbero gli occhi fino all'ultima sillaba.
Invece ce l'ha in mano una che tedierebbe soltanto gli animi, esattamente come ha fatto la tizia del libro che ho appena letto. Con arroganza per giunta.
Se mi incontrasse Tantalo probabilmente mi darebbe una pacca sulla spalla e tornerebbe al suo supplizio compatendomi.
Comunque... Se avessi bisogno di un aiuto per scrivere qualcosa di estremamente acuto: eccomi, ti faccio anche lo sconto.
Perché con le parole ci ho mangiato durante questo lock-down e se non fosse stato per la bislacca idea di costruirmi un sito "faidatenoalpitour" in cui mi proponevo come ghostwriter so mica se sarei riuscita a pagare l'affitto tutti i mesi.
E tu? Come te la sei cavata in questo periodo assurdo che ha destabilizzato un pianeta tutto intero?


2 commenti:

  1. Pochissimi giorni fa parlavo con amici del mio sogno di fare il ghostwriter ed ora ti leggo, appena ritornata da queste bande.. che poi non è come fare lo spazzino differenziato, il ghostwriter, ma mi affascina questo calarsi, questo quasi deresponsabilizzarsi, scrivere in terza persona, allontanarsi da noi per vestirsi d'altro e dar sfogo a robe che non avremmo mai il coraggio di firmare, e tanto meno concepire.. magari poi i motivi sono altri, ma io m'adeguo al committente..chemmefrega..
    p.s. per quanto riguarda la domanda finale, lavoro in banca in cassa, di lockdown ne ho sentito solo parlare.....acciloro.. ho lavorato sempre: guantimascherinagelplexiglass.
    Uff..

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    1. Sei sempre inesorabilmente il primo Franco... :-D
      Questa cosa che il "ghostwriting" affascina lo avevo già notato. Ora provo a snocciolare un po' di pro e contro di questo lavoro. Può essere che ti invoglio a buttarti nella mischia di noi scrittori fantasma oppure rivaluti il tuo attuale e rassicurante mestiere. Chissà...

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