giovedì 21 agosto 2014

Dualità

Volume alto.
Quanto?
Tanto.
Perché così non si può, così non si fa. Così non è onesto.
È torcicollo.
L'immagine di te (di chi?) è perplessità e sconcerto (di-te?).

Dicono (dico-no) che è possibile ciò che non è probabile se talvolta è probabile anche l'impossibile. Ma l'inconcepibile?
È soggettivo.
E per me era inconcepibile, è inconfessabile, sarà intollerabile e tu non lo puoi nemmeno immaginare tanto quanto (voi non lo potete immaginare).

È guerriglia a cielo aperto e imboscata.
Sono fendenti dall'alto e dal basso, di spalle e di fronte, da vicino e da lontano, inaspettati come ghiaccio caldo sulla schiena.
Dove devo guardare? A chi sto parlando?

Vallo a capire.
Anni di niente e ora, è doppio tornado nello stesso sacchetto di patatine.
Non ne bastava uno. No.
Due.
E non ti montare la testa (no, non tu, l'altro. Tu te la sei già montata). Dev'essere il momento. Devo essere io che ho scordato la porta aperta e ora non so più dov'è. La porta.
È come chiedere l'elemosina una vita intera per poi morire travolti da un treno carico d'oro.
Ciò che non sei tu è lui, ciò che non è lui sei tu e di quello che scrivo ci capirete a metà perché, per poterlo comprendere tutto intero, dovreste fare ciò che sarebbe ora faceste una buona volta: fondervi in una sola entità. Non importa di chi il volto, di chi le mani, di chi i capelli. Mi bastano i tuoi silenzi sussurrati e le tue parole scritte, i tuoi sguardi persi e i tuoi stupori ritrovati, le tue spalle larghe e i tuoi anni in più, i tuoi movimenti perfetti e la tua voce di velluto nero (5 a 3 per te).

Tu, che lo so che ci sei rimasto peggio (carezza), dormi.
E tu veglia, sui miei vuoti, le mie gioie, i miei dolori e le mie insonnie fino a che lui non riapre gli occhi.

Brutta sensazione quella di essere due in così poco spazio vero?
A casa mia altro che due eravamo... Stavo stretta fra dieci, cento, forse mille donne che io ci provavo a cercarmi lì in mezzo (c'ho provato) e non mi trovavo mai da nessuna parte. Credo di averle perse così le emozioni.
O forse era solo volume basso.



6 commenti:

  1. Normalmente, quando mi trovo indeciso, la domanda che mi pongo è "Perché scegliere?" ma in questo caso la situazione risulta complessa, anche se chiara.
    Entrambi imperfetti ed entrambi con ciò che servirebbe all'altro. Lo capisco bene, perché io e mio fratello siamo così: ci completiamo.

    Non pensare a ciò che manca: concentrati su ciò che c'è.

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  2. certe emozioni sono come i treni nella notte: fanno un gran rumore anche se non li vedi arrivare. e ti travolgono sempre.
    fortunatamente.

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    1. Solitamente mi scanso in tempo e li guardo passare. Adoro guardar passare i treni, come i vecchi e i bambini. (Mi piace meno farmi arrotare (biasimami!?)).

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  3. Oh, io ti trovo divertente.
    Magari sono così sfasato che non sto asolutamente capendo il senso, però trovo apprezzabili tracce di ironia... me gusta.

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    1. Cavolo... Seguiamole (le apprezzabili tracce di ironia), magari ci portano da qualche parte.
      Comunque, felice tu sia tornato dalle ferie :-)

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